Greenpeace, concessa la libertà a Cristian D’Alessandro. Scarcerati altri sei attivisti

SAN PIETROBURGO – Cristian D’Alessandro, l’attivista di Greenpeace arrestato lo scorso 19 settembre, sarà presto libero. La corte Kalininskij di San Pietroburgo, in Russia, al termine dell’udienza di oggi, ha infatti accolto la richiesta del suo avvocato, concedendogli la scarcerazione su cauzione. Ad annunciarlo, via Twitter, direttamente Greenpeace Russia.

Dopo le prime decisioni di ieri, i tribunali distrettuali di San Pietroburgo, che in questi giorni stanno giudicando i 30 attivisti di Greenpeace arrestati per il blitz pacifico alla piattaforma petrolifera di proprietà di Gazprom situata nel mar Artico, continuano dunque il loro lavoro.

“Sono troppo euforico, datemi il tempo di riprendermi – ha commentato a caldo Aristide D’ Alessandro, padre di Cristian – Sto avvertendo parenti ed amici. Al 99% mi recherò in Russia per andare a prendere mio figlio”.

Gli altri sei scarcerati. Assieme a D’Alessandro altri sei passeggeri della Artic Sunrise, la nave di Greenpeace su cui si trovavano al momento dell’assalto, potranno lasciare a breve il carcere. La corte distrettuale Primorsky ha infatti concesso stamattina la libertà su cauzione alla braziliana Ana Paula Alminhana Maciel, al neozelandese David John Haussmann e all’argentino Miguel Hernan Perez Orsi, quest’ultimo scoppiato in lacrime dopo la pronuncia del giudice. A loro si vanno ad aggiungere il polacco Tomasz Dziemianczuk, l’argentina Camila Speziale e il canadese Paul Douglas Ruzycki, scarcerati da altri tribunali della città russa.

I sette potranno, ora, lasciare il centro di detenzione pre processuale dopo il pagamento di una cauzione fissata, per ognuno di loro, a due milioni di rubli (circa 45mila euro), da versare all’amministrazione penitenziaria russa entro il 29 novembre. Greenpeace ha già fatto sapere che farà arrivare i soldi il prima possibile.

Presto in Italia. Inoltre, secondo Alexander Mukhortov, legale di diversi attivisti, tutti i rilasciati su cauzione (compreso D’Alessandro) potranno tranquillamente uscire dalla Russia in attesa del processo; anche se saranno comunque obbligati dalla legge a ritornare se convocati dai giudici e dagli investigatori. Ipotesi confermata anche dall’ambasciatore italiano a Mosca, Cesare Maria Ragaglini, secondo cui Cristian potrebbe tornare libero al massimo entro 48 ore e fare ritorno a casa.

Dieci su 30. Respinta, dunque, la richiesta dell’accusa che voleva prorogare per tutti gli arrestati la custodia in carcere per altri tre mesi. Con le pronunce di oggi sale, così, a dieci il numero degli attivisti rilasciati mentre, sempre ieri, era stata prolungata la detenzione fino al 24 febbraio per l’australiano Colin Russell. Gli avvocati hanno, inoltre, chiesto il rilascio d’urgenza della finlandese Sini Saarela, per le cattive condizioni di salute che potrebbero peggiorare all’interno del carcere pietroburghese “Le Croci”.

L’iniziativa dei sindaci. Per D’Alessandro e gli altri 29 attivisti fermati si stanno in queste ore mobilitando anche i sindaci italiani. Sono 59 i primi cittadini che hanno firmato la ‘Dichiarazione di solidarietà di Greenpeace per gli Arctic30′; tra loro anche quelli di Milano, Napoli, Torino, Palermo e Bari

“Ringraziamo i sindaci per aver preso posizione a favore dell’attivismo nonviolento – ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia – Chiediamo però al primo ministro Enrico Letta e ai politici di tutta Italia di seguire questo esempio e di rendere pubblico il proprio sostegno, così come hanno già fatto 139 parlamentari e altre personalità del mondo della cultura e dello spettacolo”.

“La scarcerazione di Cristian – ha concluso Giannì – è un primo passo in avanti, ora speriamo che tutti gli altri attivisti vengano rilasciati. Sono accusati di un reato che non esiste”.

La soddisfazione di Letta. Un invito, quello di Giannì, cui il presidente del consiglio non si è sottratto. “Appena avuta la certezza da San Pietroburgo – si legge in un tweet pubblicato sul suo profilo ufficiale – ho comunicato al padre di D’Alessandro la notizia della liberazione su cauzione del figlio. E’ un primo passo”. È quindi seguita una telefonata tra il premier e il signor Aristide in cui Letta ha espresso “il proprio compiacimento per la scarcerazione” e la promessa di continuare a seguire attivamente gli ulteriori sviluppi della vicenda.

Sulla vicenda è intervenuto anche Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera ed ex presidente di Legambiente. “Il rilascio su cauzione di Cristian D’alessandro, autore insieme ai suoi 29 compagni di una protesta pacifica contro le trivellazioni petrolifere in artico – ha commentato – è un primo passo importante al quale si è giunti grazie anche all’impegno costante del ministro Bonino. La vicenda però è tutt’altro che conclusa e per questo continua a meritare tutta la nostra attenzione”.

E restano altri dubbi. “Il rilascio su cauzione dell’attivista italiano è finalmente una buona notizia. Ma ora il governo verifichi che la sua libertà sia piena e possa uscire subito dalla Russia”, dichiarano i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi e Enzo Amendola, componente della Commissione Esteri della Camera. E avvertono: “Non vorremmo che la cauzione – spiegano – permetta all’attivista, ingiustamente incarcerato per due mesi, di uscire di prigione con l’obbligo di dover comunque rimanere in Russia. Sarebbe un modo per far proseguire l’inaccettabile abuso commesso in queste settimane nei confronti di 30 giovani. E’ opportuno – proseguono i parlamentari dem – che le nostre autorità si attivino anche attraverso l’ambasciata italiana per comprendere in maniera chiara come stanno le cose. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, intervenga subito e informi il Parlamento”.
Fonte Repubblica.it

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