Neppure il Dna, sul web, resta anonimo

Nulla è più personale nel nostro codice genetico, dettagliato passaporto biologico dell’identità, ma i dati sul Dna pubblicati in forma anonima sul Web per ragioni scientifiche, si è sempre pensato che fossero al sicuro da identificazioni personali. E invece, pare che non sia così. Un ricercatore genetico è riuscito a sbrogliare la matassa di miliardi di lettere di acido deossiribonucleico di mille persone, e individuarne cinque, a caso, con un po’di indagini su Internet. Non contento, è risalito alle loro famiglie, che non facevano parte dello studio pubblicato, fino a riconoscere cinquanta diversi soggetti.

Lo racconta Gina Kolata sul New York Times, riprendendo l’articolo di Science  che ha pubblicato questo interessante esperimento: i dati analizzati provenivano da uno studio internazionale del National Human Genome Research Institute presso il National Institutes of Health, battezzato Progetto 1000 Genomi, che raccoglie informazioni genetiche di persone in tutto il mondo e le pubblica on-line per consentire ai ricercatori di usarle liberamente. I dati a disposizione, per permetterne un uso sensato, prevedono anche l’età dei partecipanti e le aree geografiche in cui vivono. E proprio questi dettagli, grazie a un sito web dedicato alla genealogia e l’ausilio di ricerche di Google, hanno permesso la ricostruzione di alberi genealogici completi.

Nessuna tragedia, nessuna crociata, solo un elemento di riflessione. Si può immaginare che la capacità di risalire dal Dna online a una persona non sia ancora di pubblico dominio, ma non è proprio così. Studi precedenti avevano individuato soggetti a partire dai dati genetici online, ma nessuno con i modesti elementi a disposizione in questo caso: le lunghe stringhe di DNA, l’età e lo Stato.  Per la privacy, insomma, e per la ricerca genetica, si apre un nuovo fronte, che occorrerà affrontare con serenità. Il NIH, tanto per cominciare, ha rimosso l’età delle persone dal database pubblico, per rendere più difficile la loro identificazione.

Il dottor Jeffrey R. Botkin, vice presidente associato per l’integrità della ricerca presso l’Università dello Utah, ha raccolto l’informazioni genetiche di alcuni partecipanti alla ricerca le cui identità è stata violata, e ci ha tenuto a ridimensionare il problema. Al New York Times, ha confermato che i dati genetici di centinaia di migliaia di persone sono state liberamente disponibili on-line fino a ora, e tuttavia non esiste un singolo rapporto che abbia riferito identificazioni illecite e per motivi illeciti. “È difficile immaginare una ragione per cui qualcuno cerchi di intraprendere questo tipo di attacchi alla privacy nel mondo reale”.

Difficile, sì. Ci vorrebbe la mente prolifica di un grande autore di fantascienza, di quelli che con la fantasia arpionano quel che vedremo, o avremmo visto, di lì a venti, cinquanta, cento anni. Il caso è attualmente più simbolico che altro. Che l’utente fosse sempre più nudo su Internet (in proporzione, va detto, alla disinvoltura con cui pubblica informazioni su di sé) lo si sapeva, ma arrivare alla sorgente misteriosa della nostra identità, dei nostri difetti e pregi fisici, di alcune malattie, forse perfino di qualche tratto del nostro carattere, non si può negare che sia suggestivo. Ora il problema pratico reale è trovare una soluzione che salvi la pubblicazione dei dati genetici per una ricerca allargata, ma contemporaneamente protegga i volontari sottoposti agli esperimenti.

Resta il fatto che il dottor Yaniv Erlich, ricercatore del Whithead Institute, affiliato al Mit, ha fatto un esperimento con il collega Craig Venter, pioniere degli studi sul genoma. Il suo era pubblicato sul web, l’età e lo Stato di provenienza erano informazioni noti a Erlich. Un po’ di ricerche con un nuovo software, e tra i 300 milioni di abitanti Usa il ricercatore è riuscito a isolare due nomi. Di cui uno era quello di Venter. Il genoma umano può davvero dire molto su di noi.

Claudio Leonardi

Fonte La Stampa.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Blue Captcha Image
Aggiornare

*